domenica 1 febbraio 2009
Cantore, poeta, sciamano
"Si è spento il sole” e comincia la notte, nella notte ci muoviamo e soffriamo, cerchiamo chi ci corrisponda, chi possa darci compagnia di reazione e divita, e dal protettivo rifugio della notte rifiutiamo i sentimenti ricattatori, consci che speranze non sussistono, che non ci sarà un risveglio, che se risveglio dovesse esserci presenterà uno scenario di bruttezza, di rovina, di orrore.
I concerti-spettacolo meno recenti di Vinicio Capossela, tutti di approssimata regia e di grandissima suggestione, attorno a un cantante-attore che sa istintivamente fare teatro e riempire la scena, facevano sfilare costellazioni e stelle sullo schermo-fondale, uno schermo contro il quale il lunare pierrot Vinicio cantava la sua malinconia e la sua (dolce) disperazione muovendosi con la goffaggine di un bambino e con la cautela di un gatto. Il "paesaggio" sonoro e visivo era un no land che, nonostante ipunti fermi e saldi degli strumenti muscali, dell'amico pianoforte e dei compagni di squadra era tuttavia - ed è ancora- una waste land. Dolce, tranquilla disperazione. Anzi saudade alla brasiliana perchè più che l'angoscia del presente e del futuro l'ispirazione e il funambolismo di Capossela ci sembrava mossa da una ben nota (una volta la chiamavano crepuscolare) nostalgia di non si sa cosa, di cui era possibile però intuire alcune componenti e una soprattutto, la nostalgia di uno ieri contadino quando il sole splendeva, quando la comunità esisteva.
Nostalgia di provincia, di ordine della natura e delle cose, di radicamento, di un passato che non si è avuto. Il Sud, il villaggio, la terra, prima dell'emigrazione e dell'esperienza definitiva del "senza casa", e l'illusione che nella notte, tra grida di animali e andar di nuvole e di stelle, qualcosa di quello ieri si potesse ancora incontrare. Esilità e delicatezza dei momenti felici, tristezza dei distacchi e delle lontananze e via via, in un crescendo che diventa euforia, era come se, evocate dalla dolcezza di un canto solitario, di un lamento non lagnoso, dalle tristi ballate fatte di versi sussurrati e sgangherati, la saudade coinvolgesse altri mondi, che recuperasse i richiami di molti ieri e di molti altrove, e filastrocche ossessive e scatenamenti campestri da dopo-fatica, da festa paesana, da balera, da circo e da aia, soprattutto da aia.
Lo stordimento era allora una reazione alla saudade, una fuga dal presente e l'infantile bisogno di intontirsi, per spostarsi e allontanarsi da qui anche se non si sa più dove andare. Recuperi folclorici, lunatiche variazioni sui ricordi del noto, ma anche perlustrazioni del dimenticato, citazioni su citazoni, piccoli plagi ora pudichi e ora spudorati, omaggi su omaggi: ricerca di fratellanze. Ma più vagheggiate che attuate, e più con i morti o i lontani che con i vivi o i vicini. Il nostro grande venerato e amato dagli happy few ma anche al contatto diretto un pò insopportabile Matteo Salvatore! L'amarezza delusa e gridata di Vysotskij e quella spavalda di Tom Waits! Il più festaiolo Louis Prima e il più riminese Fellini! Buscaglione e Conte! Il jazz Prokof'ev! Nino Taranto e Freak Antoni! L'altro Vinicius e Gilberto Gil! Cuco Sanchez e le dimenticate divine del bolero! Kurt Weill e Bregović-Kusturica! Insomma: l'aia, il circo, la balera. Il sabato del villaggio e della città, ma anche la domenica, la festa: la messa, la banda, il gelato e il calcinculo! L'amore infelice, l'amore fuggitivo, l'amore sperato! E naturalmente su altre note Charlot, che aveva esordito sulle scene con l'assai notturno e complicato ritorno a casa dell'ubriaco a cui, forse senza saperlo, Capossela ha reso più volte un omaggio delicato e affettuoso: da un ritorno negato all'altro. L'Eden dell'infanzia, la nostra casa - inutile cercarla, ma come si fa a non cercarla? - non c'è più, e allora: dove mai puoi "tornare"? Mi piacerebbe che Capossela potesse vedere, prima o poi, il film di Nicholas Ray Il temerario (con Robert Mitchum, 1952) dove c'è, ha scritto Wim Wenders dicendo il vero, il più bel "ritorno a casa" della storia del cinema: un ritorno impossibile.
In questa dimensione plurima e vagante le cantilene di Capossela si esasperano e si fanno dionisiache, ma poi torna la notte a chiudersi sul nostro pupazzo di cera ancora afflitto da cuore e sentimenti , e così estraneo alla volgarità, così perdente-cosciente, protetto da una così commuovente e adolescente grazia impacciata e maldestra e ovviamnete da Euterpe, e accompagnato ovviamente dai suoi emblemi e dalle sue voci, dai suoi "monacielli", la Chitarra di Sax la Fisarmonica il Contrabasso...La ricerca della nostra complicità (il pubblico) come unica comunicazione- consolazione possibile si esplicita in un colloquio ahi quanto fragile che finirà all'alba, con lo spuntare del sole, buttandoci fuori dallo spazio magico che il piccolo sciamano sradicato di un'eterna migrazione ha evocato per trascinarci nel suo cerchio a condividere la sua solitudine e malinconia...
Contro ogni birignao da cantautore...E contro ogni compiacenza da seduttore televisivo o "repubblicano" Vinicio Capossela è il triste maschio senz'amore del nostro tempo prefinale, il mite retore dei nostri più intimi disagi, il poeta libero e approssimato, il musicista dei cnto motivati riporti, l'adulto convinto che "l'illusione è il lusso della gioventù", ma che non ce la fa ad invecchiare e a smettere di illudersi. E continua, nella notte, a cercare mani amiche che col sole rifiuta, perchè solo della notte si può fidare e solo nella notte può stare, luogo degli stordimentie di quelle dimenticanze artificiali che sembra prediligere.
Egli ha saputo sempre trovare qualche nota che era anche nostra e di ogni migrante senza più casa, pure quando vorrebbe trovarne e cantarne ben altre, e ci rappresenta e ci canta, imperfetto irresoluto rompibile fugace snervato, e ci accompagna nella interminabile notte in cui molti di noi non vorrebbero trovarsi e da cui ci risveglierà un sole malato e crudele, sbattendoci in faccia tutta la violennza di una realtà insopportabile. La "nuttata" non passerà più.
Ho detto degli spettacoli e dischi del Capossela di ieri, quello delle Canzoni a manovella e di Modì, musicista irrequieto e curioso, poeta ora euforico e ora dolente, attore scoordinato e spontaneo, esploratore insaziabile delle proprie possibilità e di zone dimenticate o, per la nostra tradizione, inedite. E quello di oggi?
Parlando del Capossela di ieri mi è sfuggito il sostantivo "sciamano", che è quello che sembra più contraddistinguere il Capossela di oggi. Cosa è cambiato in lui, cosa troviamo di diverso in Ovunque proteggi? Troviamo che si sono andati precisando in un processo di maturazione artistica raffinatissimo il sincretismo musicale, il sincretismo culturale che lo hanno caratterizzato sin dagli esordi - dentro una logica postmoderna non finta e citazionistica, ma autentica e piagata quanto quelle di scrittori come Siti o Lagioia e di registi come Olmi e Garrone, non commerciale e libresca, modaiola e frigida come in tanti altri inseguitori della più superficiale attualità. ma troviamo anche un altro elemento che ha preso fiato che ha dilagato: il sincretismo religioso.
Ho incontrato di recente per le vie di Napoli un musicista che ammiro, benchè molto ideologico e di conseguenza con un sospetto di opportunismo nella ricerca di un pubblico "di sinistra" (perchè questo pubbllico, inetto sulla lunga durata politica, vuole essere compiaciuto nella sua doppiezza morale e vuole che gli si cantino le rivoluzioni di ieri e di altrove mentre invece difende con costante conformismo comportamentale il suo benesssere e ei suoi privilegi di qui e di adesso) e gli ho detto di aver ascoltato da poco il bel disco ultimo di Vinicio. Mi ha risposto sdegnato che, da quando Vinicio si è messo anche lui a misticheggiare, gli interessa più poco. E' un'opinione che ho sentito più volte a proposito del Vinicio recente, e che mi pare confonda in uno stesso calderone la stupidità new age dei consolati e confortati e la sofferta inquietudine degli sconsolati e confortati. In sostanza, Vinicio Capossela ha "scoperto" qualcosa che tutti dovremmo ben sapere da tempo, essendo da tempo usciti, o scacciati dalla storia, dalle illusioni dette marxiste e dalla convinzione ebraico-cristiana-musulmana che l'uomo sia al centro dell'universo, una creatura privilegiata fatta da Dio a sua immagine e somiglianza...
Rispetto a Marx abbiamo dovuto, volenti o nolenti, fare dei passi indietro (indietro?) per rincontrare Darwin, anche lui usabile a destra - il darwinismo sociale - come a sinistra - la coscienza della nostra eredità e condanna animale, l'imperfezione della nostra evoluzione, il posto che occupiamo sulla terra diventanto abusivo e distruttivo della terra tutta, il ritorno alla nuda lotta per la vita e alla nuda legge del più forte...E un altro passo indietro (indietro?) abbiamo dovuto fare, volenti o nolenti rispetto a Freud, perchè dalle speranze "positiviste" di Freud abbiamo dovuto espungere le idee di una possibile guarigione. Abbiamo dovuto rileggere Jung e ripensare agli archetipi, incontrando anche in questo un uso "di destra" di Jung e uno "di sinistra", per intenderci quello dei veri pochi grandi del postmoderno cinematografico odierno, Tsai Ming Liang e Cronenberg, Lynch e Ciprì e Maresco, e quel Kaurismaki che ci sembra l'artista non italiano più "affine" nell'animo al nostro Capossela. Ma dobbiamo anche riconoscere che Marx non ha mai avuto ragione quanto oggi quando di che "tutto è economia" e Freud non ha mai avuto ragione quanto mette in guardia dalla precisa possibiliatà - che vale per il singolo e vale per la società e per l'umanità tutta, vale per l'uomo - che l'istinto di morte prevalega sull'istinto di vita. Con buona pace dell'amico napoletano, è con questi dati di fatto che tutti abbiamo dovuto o dobbiamo fare i conti. E il disagio che ne deriva - chiamiamolo semplicemente fallimento della storia e dell'uomo, del progresso e della civiltà - ci impone di ridiscutere le fondamenta delle nostre convinzioni, la loro inadeguatezza a interpretare il presente (e la paura che deriva, di un futuro incontrollabile), e di ritornare alle domande fondamentali: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo.
Quel che Capossela va facendo è infine questo, porsi queste domande. In modo senza dubbio confuso, ma chi non è confuso, oggi, se non si accontenta delle menzogne correnti e se si ferma a pensare?
Il sincretismo musicale si accoppia molto bene al sincretismo religioso o filosofico, nell'opera attuale di Capossela. E l'inno alla Resurrezione del Figlio dell'Uomo, del Gioia, nel più straordinario pezzo musicale creato da un musicista italiano di oggi, credo non solo "canzonettista" o cantautore, va di pari passo, con il suo entusiasmo, con la cupa constatazione "spessottiana che siamo figli di Adamo ed Eva, che non siamo venuti dal cielo, che dall'Eden siamo stati cacciati da tempo e, nella Storia abbiamo perduto da tempo la nostra primogentura, abbiamo distrutto con le nostre stesse mani la possibilità di trovare un equilibrio con la nostra animalità, un futuro per la nostra specie che potesse essere di armonia con il contesto ambientale, animale e vegetale, e con i nostri simili diversi da noi per vicende e per contesti, per Capossela, e vuol dire non siamo Abele siamo Caino, o siamo figli di Caino - il primo assassino, ma anche il costruttore di città e dissodatore del futuro.
Il più recente spettacolo di Vinicio Capossela comincia nel fervore e nell'eccitazione, nell'ebbrezza e nell'ardore, benchè attraversati da una grande irrequietezza che sembra placarsi nella nostalgia e negli assolo della malinconia, a tu per tu con il piano, nella solitudine della voce, nell'eco dei boleri di un tempo. Poi ecco di nuovo un'euforia più malata che mai. L'io esce da se medesimo, e non si accontenta del proprio quieto soffrire, vuole ancora confrontarsi con la storia e con il mondo. Ma dando per scontata la propria sconfitta. Ma restando ostinatamente curioso- e voglioso di festa e di resurrezione.
Non è poco, per un cantautore dell'Italia 2006, così disfatta stupida corrotta, distruttiva-autodistruttiva. Forse è eccessivo e può apparire talvolta "sottoculturale" il sincretismo filosofico-religioso di Capossela. E "senza metodo". Ma a quest'anima in pena e in cammino, che ama la vita e non si arrende alla morte e che così spesso sa parlare ad altre anime in pena e in cammino che amano la vita e non si arrendono alla morte, si può perdonare, si deve perdonare molto, moltissimo.
(scritto di Goffredo Fofi, tratto da Vinicio Capossela -"Niente canzoni d'amore")
p.s. speriamo non faccia la stessa fine di Giovanni Lindo Ferretti!
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24 commenti:
Non amo moltissimo Vinicio, ma lo rispetto molto. è comparso anche nel disco di un gruppo che amo, i Calexico.
sì, speriamo che non faccia la fine della buon'anima Ferretti.
Vinicio...io non riesco a capirlo, sarà che non mi piace mentalmente, ma mi è duro capirlo in tutto quello che fa e riesce a fare...
PS: eri sparita da u bel po', periodo esamoni?
Vinicio non bisogna capirlo, ma solo sentirlo, è un fenomeno naturale come il vento, o il sole, o la neve. Non vedo un suo concerto/spettacolo/performance live da troppi anni (l'ultimo è stato nel 2001, cioè secoli fa). Sarebbe bello un film di Kaurismaki su/con/per Vinicio, Fofi ha ragione. Anche Kusturika non sarebbe male, però. Uno con la K insomma.
hey silviuccia..
tutto apposto..perora sono un pò a corto di parole, o meglio dire, sto cercando di riordinare un attimo la mia vita, mettendo le giuste cose al loro posto insomma. certo, è un periodo un pò strano, questioni, delusioni..ma mi ricaricano e le affronto a testa alta! :D quindi in questo momento non ho proprio la testa ad aggiornare! ma tranquilla, sono quiiiiiii! ;P
grazie mille del pensiero, sei un amore!! ^_^
mille baci, spero che ti vada tutto non bene, ma benissimo! :D
a presto!
come and... di vinicio non so molto... quindi non giudico... tutti ne parlano bene... questo è un dato di fatto
Io lo amo, lo amo davvero. Poeta dei nostri giorni.
@and: non conosco i Calexico, sono appena andata a vedere il loro sito...Molto carino, ora ascolto qualcosa sul loro myspace :)
...Ah però, che bravi!
@Le Favà: eh, non mi trovi d'accordo...A me piace molto, fa sognare, un vero e proprio pierrot come dice Fofi...E' magico!
Sarà anche che mi ricorda molto il bel periodo, tanti anni fa, in cui ho avuto modo di "conoscerlo" con il suo album "Il ballo di San Vito"...
Sì si, esami in vista!
@Alligatore: giusto, parole perfette per esprimere il concetto le tue, come sempre...Anche se devo ammettere che questa sua ultima fase mistica lascia un pò perplessa anche me.
Io purtroppo non ho mai avuto modo di vederlo dal vivo :-(
Spero di rimediare al più presto!
Di Kaurismaki non ho ancora visto nulla (qualche consiglio?) ma ne ho sentito parlare...Sarebbe bello sì un bel film su Vinicio!
@Valeria: fai bene...Servono sempre periodi di raccoglimento, per metabolizzare le delusioni, anche solo per riflettere...Per ritornare come dici tu a testa alta, più forti di prima! =)
A me tutto ok, è un periodo un pò pieno, di libri più che altro...Un pò di palestra e qualche uscita tra amici, niente di che.
Un abbraccio, a presto!
Ti aspetto ;)
@Pupottina: siamo davvero in molti ad apprezzarlo e non solo in Italia!
@Stellavale: lo so bene =)
Oddio, speriamo di no. Ferretti oramai lo abbiamo perso da quando è stato folgorato da Dio sulla via di Damasco!
ciao! anche io molisano!!
adoro vinicio!!!! a presto!!
tornerò a trovarti
vienimi a trovare!! scambio links?
Proprio stasera hanno riproposto le immagini del buon Vinicio a "Very Victoria" su MTV.Nulla di grave finchè non apparirà in estasi mistica a "Otto e mezzo" di Giuliano Ferrara come la buonanima di Ferretti.
Mbè, questa è telepatia. Ti stavo cercando per passare per un saluto, proprio mentre tu facevi altrettanto con me. Sono contenta di queste amicizie virtuali che hanno radici solide. Un bacio mia cara e tanto affetto.
Potrei fare un copia-e-incolla del tuo profilo?
Mi calza perfettamente (non mi occupo di segni zodiacali, non vedo oroscopi, ma leggo che sei cancro come me...
Vinicio e' da amare cosi com'e' senza compromessi. Per questo è grande.
Ciao
Saba
Lo conosco poco se non di fama quindi giudicarlo da quel poco che so e che ho ascoltato non mi sembra corretto.
@l'incarcerato: si, folgorato letteralmente...Ferretti ormai è proprio andato!
@fratello vento: benvenuto!
Passerò appena possibile...
@Jaenada: io devo ancora gustare il dvd compreso nel cofanetto "Niente canzoni d'amore" (Einaudi).
Eh! Sepriamo di non vederlo mai così...
@Anna: mbè hai visto!? Ti ho anticipata ;P
Anche io ne sono contenta...
Un bacetto a te, a presto!
@Sabatino: fai pure! Voglio i diritti d'autore pero eh :P
What's "oroscopo"?!
@Daniele: apprrezzo...Anch'io mi astengo dal giudicare quando sono poco informata su qualcuno o qualcosa.
Grande Vinicio.. forse un giorno lo capirò. ;)
Complimenti per il blog!
Mi permetto di linkarti,
ciao
A proposito di film di Aki, direi "Leningrad Cowboys Go America", "Ho affittato un killer", "L'uomo senza passato". Solo per cominciare.
vista la gran mole di materiale che hai e la loro accuratezza, non posso non invitare te ed i tuoi amici a partecipare al PREMIO NAZIONALE DI LETTERATURA E POESIA VINCENZO LICATA, su www.vincenzolicata.it ci sono bando e scheda di partecipazione mentre su facebook trovi pure il gruppo relativo al Premio.
grazie!
ti aspettiamo.
bè e io qui mi trovo un post su Vinicio!!!
é un incanto per me..non mi perdo mai un concerto.
a presto :-)
adoro vinicio capossela!
complimenti per il blog, mi piace molto come scrivi, mi piacerebbe avere un tuo commento al mio, parla di una storia molto particolare che sto vivendo proprio in questo periodo
un saluto P.
l'obliquo Vinicio è un unicum così straordinario che non si può non volergli bene a prescindere. In ogni caso, meglio dal vivo che su disco
Sussurri obliqui
Grande artista veramente, lo seguo da anni.
@liga1: benvenuto! :)
@Alligatore: grazie mille, farò tesoro dei tuoi consigli il prima possibile ;)
@Calogero: cio Clogero! Grazie per l'invito, purtroppo l'ho visto solo ora...Andrò a dare un'occhiata :)
Un saluto
@Lou: benvenuta! =) Io non l'ho mai visto dal vivo purtroppo...
@Pandora: benvenuta anche a te e grazie! Passerò a leggerti ;)
@progvolution: impossibile non adorarlo anche secondo me...Ne sono certa, anche se non ho avuto ancora mai il piacere, dovrò rimediare!
@Antonio: bentornato! Eh sì, siamo davvero in tanti a seguirlo...
tempo fa avevo un blog e postai una scemenza su ferretti..in effetti lo prendevo in giro per "la fine che ha fatto". tuttavia, adesso credo non abbia fatto nessuna fine..il suo percorso di vita l'ha portato da un estremo all'altro, ma non sta a nessuno giudicare..chi di voi può dire cosa sarà e chi sarà fra trent'anni? anche da un punto di vista artistico lui la considera una maturazione, senza rinnegare il passato. insomma, lui i quei panni ci iniziava a stare stretto.e l'esperienza della malattia l'ha profondamente cambiato.
piccola domanda provocatoria: se avesse abbracciato un'altra religione avreste detto lo stesso (come io stessa ho fatto) : mamma che fine triste?
(io avevo postato un'immagine di san francesco all'alba e la sua foto ironizzando sulla conversione)
Pensate a Gramsci. Si dice si sia convertito in punto di morte. Chissà se è vero. Io in tutto questo vedo solo un comprensibile e primordiale bisogno: quello di credere che non sia tutto con data di scadenza. Pero poi se si parla di robe cristiane giù a sfottere..Forse abbiamo qualche pregiudizio..dico abbiamo perché io ce li avevo..magari qualcuno ce l'ho ancora. ma sento che non siamo mai obiettivi nei giudizi su certi argomenti..
Scusate l'intromissione, che nulla c'entra col post..
Ciao a tutti!
**francy**
@Francy: ciao e benvenuta...
Avrei detto lo stesso se avesse abbracciato qualsiasi altra religione. Secondo il mio modesto parere non si tratta di maturazione artistica, la religione in generale è "oppio dei popoli" tanto per citare Marx, è un illusorio riparo dalle debolezze umane che in caso di malattia è normale si facciano sentire di più. Dio, in generale (non solo quello cristiano)rappresenta "la personificazione delle varie certezze metafisiche, morali e religiose elaborate dall'umanità per dare un senso plausibile ed un ordine rassicurante al caos della vita e del mondo", diceva Nietzsche ed io sottoscrivo.
Si è liberi di scegliere di credere oppure no, d'illudersi oppure no.
Penso che il nostro "sfottere", almeno il mio, derivi dal fatto che sia proprio la religione cristiana la prima ad avere pregiudizi, a non rispettare la libertà di pensiero degli altri, e non solo quella...A non essere obiettiva nei giudizi su certi argomenti (vedi Eluana Englaro).
Potrei stare a parlarne per ore...
Grazie comunque per il commento e se avrai voglia di ripassare sarai la benvenuta...A presto!
p.s. Bella però l'idea della foto con San Francesco ;P
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