domenica 26 ottobre 2008

Hasta pronto...


Miei cari colgo l'occasione per salutarvi...
Questa settimana andrò a Siena quindi sarò assente per quelche giorno.
Ad accogliermi, oltre a Michele naturalmente, ci sarà il caldo clima di protesta universitaria che avvolge la bella Siena, il che non mi dispiace affatto, visto che nel mio piccolo paese non si vede neanche l'ombra di uno striscione.

Giovedì ci aspetta il Convegno internazionale "GUERRA CIVILE SPAGNOLA. VOLONTARI TOSCANI nelle BRIGATE INTERNAZIONALI" che si terrà a Grosseto, al quale parteciperanno studiosi di tre paesi tra i quali anche Gabriele Ranzato, professore italiano di storia conteporanea all'Università di Pisa (considerato uno dei massimi eruditi della storia spagnola del ventesimo secolo, in particolare nella storia della seconda repubblica spagnola e la Guerra Civile).

La foto che ho scelto per il post, non a caso, è del fotografo ungherese Robert Capa che con i suoi reportage ha documentato la guerra civile spagnola ed altri conflitti bellici. E' stata scattata in Spagna, a Barcellona nel Gennaio del 1939 e ritrae la corsa al riparo durante l'allarme d'incursione aerea. La città stava per essere bombardata dagli aerei fascisti mentre le truppe del Generale Franco si avvicinavano rapidamente alla città.

Prometto che tornerò presto tra voi a raccontarvi com'è andata, non scappate eh!
¡ Hasta pronto compañeros ! =)

giovedì 23 ottobre 2008

Scuola di polizia


"Davanti a una protesta per la riforma della scuola che si allarga in tutt'Italia e coinvolge studenti, professori, presidi e anche rettori, il Presidente del Consiglio ha reagito annunciando che spedirà la polizia nelle Università, per impedire le occupazioni. La capacità berlusconiana di criminalizzare ogni forma di opposizione alla sua leadership è dunque arrivata fin qui, a militarizzare un progetto di riforma scolastica, a trasformare la nascita di un movimento in reato, a far diventare la questione universitaria un problema di ordine pubblico, riportando quarant'anni dopo le forze dell'ordine negli atenei senza che siano successi incidenti e scontri: ma quasi prefigurandoli...Se ci fosse un calcolo, le frasi di Berlusconi sembrerebbero pensate apposta per incendiare le Università, confondendo in un falò antagonista i ragazzi delle scuole (magari con il diversivo mediatico di qualche disordine) e i manifestanti del Pd, sabato. Ma più che il calcolo, conta l'istinto, e soprattutto la vera cifra del potere berlusconiano, cioè l'insofferenza per il dissenso...
...Lo testimonia l'attacco ai giornali e alla Rai fatto da un Premier editore, proprietario di tre reti televisive private e col controllo politico delle tre reti pubbliche, dunque senza il senso della decenza, visto che a settembre lo spazio dedicato dai sei telegiornali maggiori al governo, al suo leader e alla maggioranza varia dal 50,17 per cento all'82,25. Forse Berlusconi vuol militarizzare anche la libera stampa residua. O forse "salvarla", come farà con le banche."

(Se il dissenso è un reato di Ezio Mauro - La Repubblica)

mercoledì 22 ottobre 2008

Cien historias de mujer


Stavo leggendo El Paìs per esercitarmi con lo spagnolo ed ho trovato un reportage di Pilar Alvarez molto carino intitolato Cien historias de mujer...Parla dell'esposizione fotografica Mujers en Plural che verrà inaugurata oggi.

Cento fotografie di cinquantotto autori, dei quali diciannove sono donne: Man Ray, Henri Cartier-Bresson, Michel Comte, Robert Doisneau, Robert Frank, Madame D'Ora...Riuniti in un'unica sala, senza un ordine cronologico, per rivendicare la storia e lo sviluppo "del femminile e del femminismo, la grande rivouzione vissuta nel ventesimo secolo senza provocare un solo morto".

Belle, enigmatiche, eleganti, seduttrici, prudenti, famose, speranzose, provocatrici o tutto il contrario...Nelle sue fotografie Medias remendadas (1934) - Calze rammendate la nordamericana Dorotea Lange ha ritratto la Depressione statunitense degli anni '30 ed "attraverso delle gambe mostra l'eleganza della povertà" per come la vede la collezionista e critica d'arte Lola Garrido.
Un'altra foto di Milton Greene dell'attrice Marlene dietrich la ritrae provocante mentre controlla le sue calze...Lui è un fotografo della moda degli anni '50 diventato famoso grazie ai suoi ritratti di Merilyn Monroe, che appare nella sua versione più glamour ma anche nel suo volto più fragile in tre foto di tre autori distinti.
Altre protagoniste della mostra non sono state mai famose, come la donna di Retrato de una dama (Edward Steichen, 1908), che ritrae una signora con un cappello di piume.
Alcune sono audaci ma solo una appare svestita in Desnudo frente a la ventana (Bill Brandt, 1953): "io sono una donna ed un nudo di un'altra donna mi sembra un qualcosa di ovvio", dice la Garrido in proposito...
L'ultima sala è riservata a piccoli e vecchi ritratti familiari Anónimos mínimos, recuperati nei mercatini d'antiquariato, qui ognuno potrà inventare la storia del ritratto.

Se siete interessati alcune foto esposte nella mostra si trovano qui.
La foto che ho scelto per il post è della fotografa messicana Graciela Iturbide.

Torno a studiare anche se la bella giornata che c'è fuori è alquanto invitante...
Lascerò che se la goda Lillo, il mio gatto, che è lì sul terrazzo a rotolarsi al sole.
Un abbraccio a tutti!

p.s. colgo l'occasione per fare i miei auguri a Michele che ha appena preso un bel trenta con lode al suo primo esame di specialistica...Niente male come inizio eh! ;D

domenica 19 ottobre 2008

Il paradiso degli orchi


Ieri pomeriggio, per rilassarmi un pò, ho iniziato a leggere Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac. Un libro che avevo da anni e che solo ora ho deciso di prendere dallo scaffale...L'ho già quasi finito, le pagine scorrono veloci ed alcune parti sono anche molto divertenti.
Ho pensato di riportare qui uno dei punti più esilaranti per regalere due risate anche a voi:

Premetto che Benjamin Malaussène è un capro espiatorio: un uomo pagato per prendersi la responsabilità di qualunque guasto di qualunque oggetto venduto ai Grandi Magazzini. Ogni volta che viene chiamato all'Ufficio Reclami deve ripetere la stessa partitura: impietosire a tal punto l'acquirente da costringerlo a ritirare il reclamo.
Un giorno, Ben fa l'incontro che gli cambierà la vita. Incontra, nel reparto maglieria, una bellissima taccheggiatrice ed immediatamente si sente in dovere di proteggerla da Cazeneuve, l'addetto alla sorveglianza. Ribattezzata "zia Julia" (come tutte le altre ragazze che suole abbordare), la donna sta al gioco. Subito dopo si ritrova in terra: è scoppiata una bomba. Si ritrova sordo e viene così portato all'ospedale.
Ad attenderlo, all'uscita c'è la bella zia Julia.


"Fuori è notte inoltrata. Sto andando a piedi verso la metropolitana quando una macchina si accosta al marciapiede, mi raggiunge, mi suona il clacson. Un clacson degli anni cinquanta, di quelli che fanno "tutt". Mi volto: zia Julia, all'interno di una quattro cavalli giallo limone, mi fa gran gesti d'invito. - E' a piedi? Salga, le do un passaggio. salgo nella reliquia di zia Julia. -Le hanno fatto firmare un esonero? Anche a me. Si coprono le spalle è normale. Guida la quattro cavalli come un transatlantico, senza scosse. una vera prodezza, conoscendo il motore. Navighiamo verso il Père Lachaise. Intanto, zia julia parla. Parla, e io rivedo la porta verde mela e i corpi che si richiudono. Poi lo sguardo terrorizzato di Cazeneuve...Non ha niente ci metterei la mano sul fuoco. Un pò traumatizzato, tutto qui... -Scopavano come angeli! Angeli che scopavano? Quali angeli? Chi scopa? Zia Julia mi guarda con occhi velati di un' indicibile nostalgia. Dice: - I Sandinisti. Scopavano come angeli. Senza sosta. facevano l'amore ridendo. e quando godevano erano lunghe tirate roventi, fino alla totale estinzione del mio incendio. l'ho provato una sola volta, a Cuba, all'indomani della Rivoluzione. Avevo quattordici anni. Due giorni prima che il console mio padre si facesse cacciare. Dopo ci sono tornata, ma era tutto finito: c'era già l'erezione realista-socialista, il coito stakanovista... Tace per un momento. Il tempo per me di riprenedere fiato. ( E' stata la bomba ad averla messa in questo stato?) un semaforo rosso diventa verde. Zia Julia riparte insieme alla machina. adesso anche il Nicaragua è rovinato... il piacere costruttivo. Il viso, contratto in un'espressione di disgusto, all'improvviso si distende, e la bella voce rauca si rituffa in gioiose certezze: - Per fortuna ci saranno sempre i Moi, i Maori, i Satarè. Dico: - I Satarè? -I Satarè dell'Amazzonia brasiliana! Spiega: - hanno muscoli lunghi, precisi, ben disegnati. Le spalle e i fianchi non ti sciogliono tra le dita. l'uccello ha una morbidezza setosa che non ho mai trovato altrove. E quando ti penetrano si illuminano dentro, come dei gallè 1900, stupendamente ramati. E così, mentre una Parigi invernale e notturna scorre ai lati della nostra piroga, zia Julia espone il corpo sontuoso della sua teoria. secondo lei, solo i rivoluzionari all'indomani della vittoria e i grandi primitivi sanno scopare come si deve. Gli uni e gli altri hanno l'eternità in testa, scopano al presente dell'indicativo, come se dovessero durare per sempre. In qualsiasi altro posto al mondo, si fotte al passato o al futuro, si commemora o si costruisce, ci si perpetua o ci si moltiplica, ma nessuno si occupa di se stesso. La sua voca è diventata straordinariamenteconvincente. - Voglio dire occuparsi di sè, qui, dell'uno e dell'altro, in questo momento, di te e di me... Fari puntati su zia Julia. Non le tolgo più gli occhi di dosso. I suoi contorni sono iridati dalle luci della città. E poi, all'improvviso, mi appare tutta intera, nel bagliore di una vetrina di lampadari. (Mamma mia!...)

Abbiamo lasciato la macchina in doppia fila, abbiamo fatto i due piani di scale di corsa come se fossimo inseguiti, ci siamo buttati sul mio letto come nel laghetto di un'oasi, ci siamo strappati i vestiti come se fossero in fiamme, i suoi seni mi sono esplosi in faccia, la sua bocca si è richiusa su di me, la mia ha trovato il suo bacio palpiatnte del suo desideri Maori, le nostre mani hanno corso in ogni direzione, hanno accarezzato, impastato, stretto, penetrato, le nostre gambe si sono avvinghiate, le nostre cosce hanno imprigionato le nostre guance, i ventri e i bicipiti si sono inturgiditi, le molle del letto hanno risposto, la mia stanza ha riecheggiato, e poi, d'un tratto, la splendida testa leonina di zia Julia è emersa al di sopra della mischia, aureolata dell'incredibile criniera, e la sua voce, ora aspra, ha domandato: - Cos'hai?
Ho risposto: - Niente. Non ho niente. Assolutamente niente. Nient'altro che un misero mollusco rannicchiato tra le sue due conchiglie. Che non vuole tirar fuori la testa. Per paura delle bombe immagino. ma so di mentire a me stesso. In realtà la stanza è piena di gente. Affollata da scoppiare. Tutt'intorno al letto si ergono spettatori sull'attenti. E non sono spettatori qualsiasi! Tutta una schiera di Sandinisti, Cubani, Moi, Satarè, nudi come mamma li fece o in uniforme, cinti di balestre o di Kalashnikov, bronzei come statue, aureolati di polvere gloriosa. Ce l'ahho duro, loro! E con le mani sui fianchi, ci offrono un picchetto d'onore spesso, teso, arcuato, che melo ammoscia. -Niente, ripeto. Non ho niente. Scusami. E, non essendoci altro da fare, ridacchio. - Ah! E lo trovi anche divertente? Si può ridere proprio perchè non lo si trova affatto divertente. Glielo spiego. Mi scuso ancora. Le dico che siamo circondati da una giuria olimpionica e che non sono mai stato portato per le gare. Lei dice: - Capisco. Ora spiega a sua volta. La nostra disavventura sarà, tra l'altro, la conclusione dell'inchiesta sugli amori primitivi e rivoluzionari che deve consegnare per il prossimo numero di Actuel. - Ah, - dico, - perchè tu lavori ad Actuel. Sì, lavora lì. - Quello che uccide l'amore, vedi, è la cultura amorosa: a qualsiasi uomo verrebbe duro, se non sapesse che agli altri uomini viene duro. Provo ad accarezzarla mentre espone la sua teoria, ma lei scosta le mia mano. Niente surrogati. - Sì, la creatività viene soffocata dal riferimento... Dov'è Julius? Mi domando dov'è Julius. Dietro i fornelli di Hadouch probabilmente. Che vita di merda! Ti eslodono bombe sotto il sedere , una coalizione di Indiani ed eroi te lo taglia sul più bello, e il tuo cane adorato si abboffa tranquillamente al solito ristorante. Porco di un Julius, non ti conosco più. Per tre volte. Il rinnegamento di San Pietro. E proprio in quel momento, ovviamente, la porta della stanza si apre. Julius. Eh! sì, è Julius."

Ieri sera, invece, ho concluso la giornata guardando La storia delle brigate Brigate Rosse, nelle due puntate di Blu notte (il programma condotto da Carlo Lucarelli), edizione del 2007.
Se non le avete già viste, vi consiglio di procurarvele!

Auguro una buona domenica a tutti...

mercoledì 15 ottobre 2008

Paradosso: "classi" a parte per l'integrazione...

Classi ponte per alunni stranieri
Sì della Camera a mozione Lega

ROMA - Classi "d'inserimento" per bambini extracomunitari. La Camera ha approvato la mozione della Lega Nord in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo. Il testo, approvato dopo un infiammato dibattito, è passato con una diversa denominazione: non più "classi ponte", così come originariamente indicato nella mozione presentata dal leghista Roberto Cota, ma la nuova denominazione che parla, appunto di "classi di inserimento". E' stato il vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, a proporre di cambiare il nome all'oggetto per "rendere più evidente l'obiettivo della proposta, ossia l'integrazione degli studenti". Per Piero Fassino si tratta invece di "una regressione
culturale prima ancora che politica", "e non solo produce un principio di discriminazione ma, e questa è la cosa più grave, discrimina tra i bambini e i più piccoli, che è la cosa più abbietta".

Il testo della maggioranza è passato con 256 sì, 246 no e un astenuto. Bocciate le mozioni dell'opposizione. Il testo approvato a Montecitorio impegna il governo a "rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo il loro ingresso, previo superamento di test e specifiche prove di valutazione". "Favorendo", dunque, e non più "autorizzando" come si leggeva nel testo originario: una modifica sostanziale che sottolinea il valore non selettivo della norma. A chi non supera i suddetti test vengono messe a disposizione le "classi ponte che consentano agli studenti stranieri di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti".

La mozione impegna inoltre il governo "a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno, al fine di un razionale ed agevole inserimento degli studenti stranieri nelle nostre scuole". Infine, si prevede "una distribuzione degli studenti stranieri proporzionata al numero complessivo degli alunni per classe, per favorirne la piena integrazione e scongiurare il rischio della formazione di classi di soli alunni stranieri", oltre che "nelle classi ponte, l'attuazione di percorsi monodisciplinari e interdisciplinari, attraverso l'elaborazione di un curriculum formativo essenziale, che tenga conto di progetti interculturali, oltre che dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza".
(15 ottobre 2008, La Repubblica)



Mamma di un bambino va a prenderlo a scuola. All'uscita:

Mamma:"Tesoro ma chi è questo tuo nuovo amichetto?"

Bambino:"Ciao Mammina! E' Abdul...Fa parte della "classe degli emigrati"..."

martedì 14 ottobre 2008

Lullaby



Lo scorso fine settimana sono andata a Roma, con l'allegra combriccola di mio fratello, a trovare degli amici che non vedevo da tempo.
Come si dice :"tutte le strade portano a Roma", e fin qui tutto ok...
Ma una volta giunti a Roma?
Ve lo dico io: PANICO!
E dire che avevamo anche il navigatore satellitare che però non faceva altro che ripeterci con una registrazione odiosa: "Ricalcolo percorso...Ricalcolo percorso!".
Ah! Vecchie, amate cartine geografiche...

Raggiunti i nostri due amici siamo andati un pò in giro, passando da piazza S. Giovanni dove c'erano in concerto i Cure, purtroppo al Coca-Cola Live...
Siamo arrivati alla fine, proprio quand'è iniziata Lullaby!
Fantastici!

La mattina seguente siamo ripartiti, dopo aver dormito a stento due ore...Ma ne è valsa davvero la pena, avevo proprio bisogno di staccare un pò.

Intanto sono toranata alla mia routine di studio e ieri sera ho visto un filmetto niente male Tutta la vita davanti di Paolo Virzì...

Buona vita a tutti!

p.s.Mi è dispiaciuto molto aver mancato per poco la manifestazione dell'11, mannaggia!!!

mercoledì 8 ottobre 2008

Sapere Aude!


Stavo studiando filosofia per un esame...Ho iniziato oggi, un pò annoiata, convinta di dover leggere cose inutili e giri di parole da far venire la nausea (questo il ricordo che ne avevo dal liceo!). E invece...
Ecco a voi:


"L'illuminismo è dunque l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro, Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.
Sapere Aude!
Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo....

Senonchè a questo illuminismo non occorre altro che la libertà; e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma sento gridare da ogni lato: non ragionate! L'ufficiale dice: non ragionate, fate esercitazioni militari! L'intendente di finanza: non ragionate, pagate! L'ecclesiastico: non ragionate, credete!"

(Kant, nella " Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?" 1784)

martedì 7 ottobre 2008



Un premio???

Sì, proprio così...Un bel premio mi ci voleva, considerando il fatto che sono un paio di giorni che sto un pò giù (ma giusto un pò eh! Non preoccupatevi...) .
Appaio tanto forte, tanto decisa, risoluta...E poi mi perdo in un bicchier d'acqua! Bah!

La cara Lady Oscar casca proprio a fagiolo =)
Grazie mille...

Passo il premio ad Aldievel, Marya, L, Pellescura, Bleek, Alligatore, Bra e Virgilio.

"...Vuole premiare chi ha fatto un "uso criminoso della blogosfera", ossia chi ha fatto informazione, chi ha diffuso libero pensiero e spirito critico, chi ha incoraggiato lo sviluppo di una consapevole coscienza e di una coscienziosa consapevolezza...Io aggiungerei...Chi ha saputo farmi sorridere anche in giornate cupe"


Dopo un'ottima colazione ritorno sui libri. Mi aspetta una luuunga giornata...
A presto miei cari!

sabato 4 ottobre 2008

Zabriskie Point



Questa è la scena finale del film di Michelangelo Antonioni
"Zabriskie Point"...
Se avete cinque minuti guardatela...E' di grande effetto! Penso vi piacerà.

In questa scena:"scatta, fuori d’ogni logica narrativa tradizionale...Il furore profetico di Antonioni. Daria immagina che un’esplosione termonucleare distrugga la villa.
La ripetizione dell’esplosione, così compiaciuta e così spietata, fa intendere che per Daria la villa è il simbolo dell’intera civiltà consumistica e conferma, se ce n’era bisogno, che il film non è soltanto una storia d’amore ma anche e soprattutto, l’espressione di un sentimento di aspro e polemico rifiuto, secondo la tradizione europea del rispetto della persona umana...
Tutta l’originalità di Zabriskie Point sta in questo finale, in questa profezia del disastro atomico che"punirà” la civiltà consumistica...

Chiaramente, l’America è apparsa ad Antonioni come il luogo dove il fine, cioè l’uomo, diventa il mezzo e il mezzo, cioè il profitto, diventa il fine. Dove le cose valgono più delle persone benché siano prodotte per le persone. Dove, infine, questo capovolgimento funesto dei valori è avvenuto per così dire"in buonafede”, per le vie misteriose di un bene (la civiltà industriale) che alla fine si è rivelato un male...Insomma l’America è un luogo arido come il deserto di Zabriskie Point, in cui è impossibile amare ed essere amati. Ma cos’è l’amore se non la vita stessa nella sua forma originaria?Dunque l’America, così com’è oggi, è ostile alla vita."

Ho voluto riportare alcune parti dell'efficace recensione di Alberto Moravia su questo film/capolavoro del 1970. Il fantastico brano musicale, colonna sonora dell'ultima parte della pellicola, è dei Pink Floyd.

"Come In Number 51, Your Time Is Up"

In a churchyard by a river,

Lazing in the haze of midday,
Laughing in the grasses and the graze.
Yellow bird, you are alone in singing and in flying on,
In and in leaving. Willow weeping in the water,
Waving to the river daughters,
Swaying in the ripples and the reeds.
On a trip to Cirrus Minor, saw a crater in the sun
A thousand miles of moonlight later.

Buon fine settimana...