sabato 8 agosto 2009

Rapita dal sole


Miei cari...
Come avrete già capito quest'anno l'estate mi ha letteralmente rapita. Subito dopo l'ultimo esame di luglio sono partita per Siena e sono stata lì fino a qualche giorno fa. Per tre giorni sono andata a Bologna dove ho avuto modo di apprezzare la fantastica biblioteca Sala Borsa in Piazza Nettuno, la Serata Lunare su grande schermo in piazza Maggiore, per festeggiare i 40 anni dallo sbarco sulla luna, e la Festa di Liberazione con tanto di balera! Esilarante! Ho letto anche per la prima volta un numero di Piazza Grande, il giornale scritto dalle persone senza dimora di Bologna. Da lì ci siamo spostati verso Ferrara e Comacchio e il giorno successivo abbiamo visitato il Parco Storico di Monte Sole, per ricordare la Strage di Marzabotto. In Emilia non ho fatto altro che fotografare le targhe di commemorazione per i partigiani, piuttosto rare dalle mie parti... Di ritorno a Siena, oltre a cenette varie in ottima compagnia, aperitivi, concertini jazz, un pò di lettura, film all'aperto in Fortezza e qualche corsetta qua e là, ho finalmente visto il fantastico Vinicio Capossela in concerto ad Arezzo (i biglietti facevano parte del regalo di Michele per il mio compleanno), un'esperienza sicuramente da ripetere!
Ora sono nuovamente a casa e devo necessariamente rimettere la testa sui libri anche perchè presto dovrò iniziare a lavorare sulla tesi...Eh sì, si comincia ad intravedere la "fine" anche per me!

Vi lascio con le parole del grande Subcomandante Marcos, tratte dal suo dicorso d'apertura al primo incontro intercontinentale per l'umanità e contro il neoliberismo del 27 luglio 1996:

Questi siamo noi.

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

La voce che si arma per farsi sentire.

Il volto che si nasconde per mostrarsi.

Il nome che tace per essere pronunciato.
La stella rossa che chiede all'uomo e al mondo di ascoltare, vedere, nominare.

Il raccolto del futuro nel passato.
Dietro il nostro volto bruno.

Dietro la nostra voce armata.

Dietro il nostro nome innominabile.

Dietro di noi, che voi vedete.

Dietro di noi, voi.
Dietro ci siamo noi, gli stessi uomini e donne semplici e normali che si ripetono in tutte le razze, si dipingono di tutti i colori, si parlano in tutte le lingue e vivono in tutti i luoghi.
Gli stessi uomini e donne dimenticati.

Gli stessi esclusi.

Gli stessi emarginati.

Gli stessi perseguitati.

Noi siamo voi stessi.

Dietro di noi, voi.

Dietro il nostro passamontagna c'è il volto di tutte le donne escluse.

Di tutti gli indigeni dimenticati.
Di tutti gli omosessuali discriminati.

Di tutti i giovani disprezzati.

Di tutti gli emigranti picchiati.

Di tutti gli imprigionati per la parola e il pensiero.

Di tutti i lavoratori umiliati.

Di tutti i morti di oblio.

Di tutti gli uomini e le donne semplici e ordinari che non contano, che non sono visti, che non sono nominati, che non hanno domani [...]

[...] Fratelli e Sorelle, sulla montagna ci hanno parlato le tombe e ci hanno raccontato storie antiche che ricordano i nostri dolori e le nostre ribellioni.
I nostri sogni non finiranno finchè avremo vita.

La nostra bandiera non si arrenderà.

Sempre vivrà la nostra morte.

Così dicono le montagne che ci parlano.

Così parla la stella che brilla a Chan Santa Cruz.

Così ci dice che i cruzob, i ribelli, non saranno sconfitti e proseguiranno il loro cammino insieme a quanti sono nella costellazione umana.

Così ci dice che sempre verranno gli uomini rossi, i cha-chac-mac, la stella rossa che aiuterà il mondo a essere libero.

Così ci dice la stella che è montagna.
Un popolo che è cinque popoli.
Un popolo che è stella di tutti i popoli.
Un popolo che è uomo ed è tutti i popoli del mondo.

Verrà a unirsi alla lotta dei mondi che si fanno persone.

Perchè l'uomo vero e la donna vera vivano senza dolore e le pietre si facciano tenere [...]

Potremo continuare per la strada giusta se noi, che siamo voi, cammineremo insieme.