...durante una lunga e piacevolissima passeggiata in bicicletta mi sono trovata davanti due buffi animaletti che correvano saltellando,non avevo mai avuto il paicere di vederli prima,erano dei Chipmunk...che belli :)
sabato 30 giugno 2007
giovedì 28 giugno 2007
Piccolo omaggio...
Nel corso dei miei studi ho avuto il piacere di "conoscere" la scrittrice Natalia Ginzburg.
Inizialmente non pensavo potesse interessarmi tanto ma ho dovuto cambiare idea dopo aver letto "Lessico Famigliare" e la sua raccolta di saggi "Le piccole virtù"...
soprattutto "Lessico Famigliare" mi ha lasciato come la sensazione di aver conosciuto di persona l'autrice e la sua famiglia,nei suoi aspetti più semplici e quotidiani...d'altra parte,anche se la sua non è una vera e propria autobiografia,poichè la narratrice descrive piuttosto gli altri componenti della sua famiglia e non se stessa,ne emerge comunque un quadro abbastanza chiaro della sua situazione personale e dei ricordi e delle sofferenze causate dalla guerra.Nella vita di ognuno di noi, i nostri genitori,i nostri fratelli,i nostri amici sono i veri testimoni di ciò che siamo stati e ciò che siamo.
Inizialmente non pensavo potesse interessarmi tanto ma ho dovuto cambiare idea dopo aver letto "Lessico Famigliare" e la sua raccolta di saggi "Le piccole virtù"...
soprattutto "Lessico Famigliare" mi ha lasciato come la sensazione di aver conosciuto di persona l'autrice e la sua famiglia,nei suoi aspetti più semplici e quotidiani...d'altra parte,anche se la sua non è una vera e propria autobiografia,poichè la narratrice descrive piuttosto gli altri componenti della sua famiglia e non se stessa,ne emerge comunque un quadro abbastanza chiaro della sua situazione personale e dei ricordi e delle sofferenze causate dalla guerra.Nella vita di ognuno di noi, i nostri genitori,i nostri fratelli,i nostri amici sono i veri testimoni di ciò che siamo stati e ciò che siamo.
Davvero bello!Quasi mi dispiace averlo già finito di leggere...
Etichette:
Cultura,
Ego,
Informazione,
Letteratura,
Vita
mercoledì 27 giugno 2007
martedì 26 giugno 2007
domenica 24 giugno 2007
Il Matrimonio all'italiana...
Oggi,per mia sfortuna,sono andata ad un matrimonio...
non fraintendetemi,sono contenta per mia cugina che abbia trovato un bravo ragazzo che l'ama e con il quale formarà una bella famiglia e vivrà dìfelice e contenta...almeno glielo auguro con tutto il cuore.
Il problema è che ,legate alla parola "matrimonio" ,vi sonon una serie di convenzioni ed usanze balorde che mi fanno impazzire:
l'abbaondanza/esagerazione di cibo ottimo fino a far venire la nausea,la funzione in chiesa, che per me non è proprio il massimo inquanto atea,il ritrovo di tutta la famiglia,e dico tutta,compreso quindi situazioni d'imbarazzo tra estranei/parenti/serpenti che si odiano tra di loro e che non fanno altro che chiederti:"quanto ti manca?ma quand'è che ti laurei?" o cose di questo genere...il tutto completato dal fatto che qualcuno ha avuto la brillante idea di assegnarti, come posto ,il tavolo dei mocciosi,probabilmente con la speranza di tenerli a bada.Roba da mettersi le mani nei capelli!!!
Ma scusate,mi sfugge una cosa...e gli sposi in tutto questo?Non dovrebbe essere,come si suol dire,il giorno più bello della loro vita?
Ma che!!!Tra la cerimonia, irrigiditi come due tronchi,le foto,i sorrisini di plastica,gli sguardi curiosi di tutti costantemente addosso,l'acconciatura,i vestiti ingombrantissimi e formalissimi con tutto questo caldo...la "loro" giornata da sogno diventa un incubo da sfinimento,una sceneggiata,un copione che si ripete ogni volta identico...almeno a mio avviso.
Sicuramente non vedranno l'ora che tutto finisca per poter andare nella loro casetta,rilassarsi e poter iniziare a vivere la tanto amata,discreta,semplice quotidianità...
P.S.Notare le scarpe dello sposo nella foto :)
venerdì 22 giugno 2007
Jannis Kounellis
...si sviluppa e si articola il linguaggio dell'artista, come rinato dalle ceneri del nulla, da un'originaria lallazione, con implicazioni minime, essenziali. Gli uccelli aleggiano lievi su questa res publica della creatività, come messaggeri di libertà. Il fuoco, simbolo di processualità, di trasformazione e di rigenerazione compare nella Margherita di fuoco come un eliotropo "rovesciato", generatore di energia, evanescente nella sua natura ossidrica, contrapposta alla "pesantezza" della bombola a cannella...
giovedì 21 giugno 2007
Il pianeta che parla globenglish
Dalla miscela tra questa nuova lingua e le immagini temo il formarsi di una umanità regredita a livelli mentali elementari, incapace di comprendere i nessi tra le cose e tra le persone, di approfondire la riflessione sul mondo esterno e su quello interno a noi stessi
Insieme a tanti altri argomenti di assoluta serietà (le morti sul lavoro, il caso Afghanistan-Mastrogiacomo, la crisi Telecom, lo stato della pubblica finanza) e ad altri che galleggiano tra il reale e il surreale (la nascita del partito democratico, lo scontro tra Beppe Grillo e il capitalismo, il libro-inchiesta su Gesù di Benedetto XVI in controtendenza con il film 'Centochiodi' di Olmi e con il 'Gesù' di Augias e Pesce) ce n'è uno che secondo me merita attenta riflessione perché sarà portatore di profondi mutamenti mentali nella popolazione del pianeta ed è l'affermarsi sempre più esteso del 'globenglish': s'intende con questo neologismo una nuova lingua che possiede tutti i requisiti per diventare a pieno titolo lo strumento di comunicazione più diffuso del pianeta. Il suo principale mezzo di diffusione è la rete Internet e le centinaia di milioni di 'personal computers' ad essa collegati. Per navigare nella rete bisogna conoscere le parole-chiave del sistema, dei 'motori di ricerca', dei 'portali', dell'accesso ai 'siti' e al 'menu' che articolano le 'memorie'; parole-chiave tratte dalla lingua inglese e dai suoi derivati.Ma questo sarebbe ancora poco. Quella stessa lingua infatti, largamente imbastardita, costituisce il nerbo delle comunicazioni postali quando si entra in contatto con persone, aziende, uffici pubblici e interlocutori di qualunque tipo al di fuori dei confini linguistici della propria nazione. Ma non è soltanto Internet il vettore del 'globenglish': tutto il crescente settore della scienza, della tecnologia, delle ricerche mediche, avviene attraverso questa lingua franca che è del resto usata anche dall'immenso flusso turistico, specialmente giovanile, che circola e pervade il mondo intero, dalle metropoli ai luoghi più remoti.Sociologi e studiosi del linguaggio preconizzano nel 'globenglish' la sola lingua parlata in tutto il pianeta in pochi anni; qualcuno azzarda addirittura una data: sarà il 2040, cioè tra poco più di trent'anni da oggi, appena il tempo di una generazione.
Questa prospettiva in sé non avrebbe nulla di terrorizzante, dovrebbe anzi costituire un evento positivo come tutti quelli che moltiplicano la possibilità di socializzare con gli altri, di scambiarsi informazioni pratiche ma anche culture, modi di essere, sentimenti e speranze, al di là dei paralleli e dei meridiani.Invece il trionfo previsto a breve scadenza del 'globenglish' sta suscitando anche apprensioni e scenari preoccupanti, specie perché è inevitabilmente associato al prevalere ormai evidente della cultura delle immagini a detrimento della parola scritta. Dalla miscela tra immagini e 'globenglish' si teme cioè il formarsi di una umanità regredita a livelli mentali elementari, incapace di comprendere i nessi profondi tra le cose e tra le persone, di approfondire la riflessione sul mondo esterno e su quello interno a noi stessi, di cogliere le sfumature che articolano la vita.Comunicare attraverso immagini che si succedono sullo schermo raccorcia il tempo e quindi la probabilità stessa di una elaborazione mentale. D'altra parte l'esistenza di una sola lingua franca mondiale limita il numero delle parole usate; il 'globenglish' quale si sta fin d'ora delineando, si compone di un vocabolario che non supera le mille parole, d'una grammatica scarna, d'una sintassi pressoché inesistente. La retorica, l'eloquenza, la suggestione, i pensieri, in mancanza di un linguaggio complesso e ricco di spessore semantico, scadrebbero a livelli primitivi e puramente funzionali. Insomma, una società globalmente imbarbarita, che dovrebbe ricominciare quasi da zero un percorso evolutivo che ebbe inizio 4 o 5mila anni fa con l'invenzione della scrittura e - prima ancora - con l'articolarsi di linguaggi differenziati.Non saprei dare un giudizio compiuto sul possibile dominio del 'globenglish' e sul suo contributo alle invasioni barbariche che si profilano nel nostro universo mentale. Posso solo dire che la mia prima reazione inclina più verso la preoccupazione che verso la positività dell'evento. Ma questo è normale nei vecchi e non è affatto detto che immagini e lingua franca non diano luogo ad ulteriori progressi, quale che sia il significato che si dà a questa controversa parola.
Insieme a tanti altri argomenti di assoluta serietà (le morti sul lavoro, il caso Afghanistan-Mastrogiacomo, la crisi Telecom, lo stato della pubblica finanza) e ad altri che galleggiano tra il reale e il surreale (la nascita del partito democratico, lo scontro tra Beppe Grillo e il capitalismo, il libro-inchiesta su Gesù di Benedetto XVI in controtendenza con il film 'Centochiodi' di Olmi e con il 'Gesù' di Augias e Pesce) ce n'è uno che secondo me merita attenta riflessione perché sarà portatore di profondi mutamenti mentali nella popolazione del pianeta ed è l'affermarsi sempre più esteso del 'globenglish': s'intende con questo neologismo una nuova lingua che possiede tutti i requisiti per diventare a pieno titolo lo strumento di comunicazione più diffuso del pianeta. Il suo principale mezzo di diffusione è la rete Internet e le centinaia di milioni di 'personal computers' ad essa collegati. Per navigare nella rete bisogna conoscere le parole-chiave del sistema, dei 'motori di ricerca', dei 'portali', dell'accesso ai 'siti' e al 'menu' che articolano le 'memorie'; parole-chiave tratte dalla lingua inglese e dai suoi derivati.Ma questo sarebbe ancora poco. Quella stessa lingua infatti, largamente imbastardita, costituisce il nerbo delle comunicazioni postali quando si entra in contatto con persone, aziende, uffici pubblici e interlocutori di qualunque tipo al di fuori dei confini linguistici della propria nazione. Ma non è soltanto Internet il vettore del 'globenglish': tutto il crescente settore della scienza, della tecnologia, delle ricerche mediche, avviene attraverso questa lingua franca che è del resto usata anche dall'immenso flusso turistico, specialmente giovanile, che circola e pervade il mondo intero, dalle metropoli ai luoghi più remoti.Sociologi e studiosi del linguaggio preconizzano nel 'globenglish' la sola lingua parlata in tutto il pianeta in pochi anni; qualcuno azzarda addirittura una data: sarà il 2040, cioè tra poco più di trent'anni da oggi, appena il tempo di una generazione.
Questa prospettiva in sé non avrebbe nulla di terrorizzante, dovrebbe anzi costituire un evento positivo come tutti quelli che moltiplicano la possibilità di socializzare con gli altri, di scambiarsi informazioni pratiche ma anche culture, modi di essere, sentimenti e speranze, al di là dei paralleli e dei meridiani.Invece il trionfo previsto a breve scadenza del 'globenglish' sta suscitando anche apprensioni e scenari preoccupanti, specie perché è inevitabilmente associato al prevalere ormai evidente della cultura delle immagini a detrimento della parola scritta. Dalla miscela tra immagini e 'globenglish' si teme cioè il formarsi di una umanità regredita a livelli mentali elementari, incapace di comprendere i nessi profondi tra le cose e tra le persone, di approfondire la riflessione sul mondo esterno e su quello interno a noi stessi, di cogliere le sfumature che articolano la vita.Comunicare attraverso immagini che si succedono sullo schermo raccorcia il tempo e quindi la probabilità stessa di una elaborazione mentale. D'altra parte l'esistenza di una sola lingua franca mondiale limita il numero delle parole usate; il 'globenglish' quale si sta fin d'ora delineando, si compone di un vocabolario che non supera le mille parole, d'una grammatica scarna, d'una sintassi pressoché inesistente. La retorica, l'eloquenza, la suggestione, i pensieri, in mancanza di un linguaggio complesso e ricco di spessore semantico, scadrebbero a livelli primitivi e puramente funzionali. Insomma, una società globalmente imbarbarita, che dovrebbe ricominciare quasi da zero un percorso evolutivo che ebbe inizio 4 o 5mila anni fa con l'invenzione della scrittura e - prima ancora - con l'articolarsi di linguaggi differenziati.Non saprei dare un giudizio compiuto sul possibile dominio del 'globenglish' e sul suo contributo alle invasioni barbariche che si profilano nel nostro universo mentale. Posso solo dire che la mia prima reazione inclina più verso la preoccupazione che verso la positività dell'evento. Ma questo è normale nei vecchi e non è affatto detto che immagini e lingua franca non diano luogo ad ulteriori progressi, quale che sia il significato che si dà a questa controversa parola.
martedì 19 giugno 2007
Due Amanti Felici
Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell'erba,
lascian camminando due ombre che s'unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s'uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E' la felicità una torre trasparente.
L'aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l'eternità della natura.
una sola goccia di luna nell'erba,
lascian camminando due ombre che s'unisco,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s'uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E' la felicità una torre trasparente.
L'aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l'eternità della natura.
Pablo Neruda
lunedì 18 giugno 2007
Yin e Yang
Chang E e suo marito Hou Yi, il prodigioso arciere, vivevano durante il regno del leggendario imperatore Yao (2000 a.C. circa). Hou Yi era un valente membro della Guardia Imperiale che maneggiava un arco magico e scoccava frecce magiche.Un giorno nel cielo apparvero dieci soli. La gente sulla terra non riusciva più sopportare il caldo e la siccità che ormai continuavano da diversi anni.
L’imperatore decise allora di chiamare Hou Yi ordinandogli di tirare ai soli in soprannumero per eliminarli dal cielo e soccorrere così la popolazione.Facendo uso della sua abilità, Hou Yi ne abbattè nove lasciandone solo uno. La sua fama si diffuse, allora, fino giungere alla Regina Madre d’Occidente (Xi Wang Mu) nei lontani Monti Kunlun. Essa lo convocò al suo palazzo per ricompensarlo con la pillola dell’immortalità, ma avvertendolo così:"Non devi mangiare la pillola immediatamente. Prima devi prepararti per 12 mesi con la preghiera e il digiuno".Essendo un uomo diligente, egli prese a cuore il consiglio e iniziò i preparativi nascondendo, prima di tutto, a casa sua la pillola. Sfortunatamente fu chiamato d’improvviso per una missione urgente.In sua assenza, la moglie Chang E notò una luce fioca e un dolce odore emanare da un angolo della stanza. Una volta presa la pillola nella mano, non riuscì a trattenersi dall’assaggiarla. Nel momento in cui la ingoiò la legge di gravità perse il suo potere su di lei. Poteva volare! Non molto tempo dopo sentì suo marito ritornare e terrorizzata volò fuori della finestra.
Arco e frecce in mano, Hou Yi la inseguì per mezzo cielo, ma un forte vento lo riportò a casa.Chang E volò dritta sulla Luna , ma quando arrivò, ansimava così forte per lo sforzo compiuto, che sputò l’involucro della pillola, la quale si tramutò istantaneamente in un coniglio di giada, mentre Chang E divenne un rospo a tre zampe.Da allora vive sulla luna respingendo le frecce magiche che il marito le tira.Hou Yi si costruì un palazzo sul sole ed essi si vedono il quindicesimo giorno di ogni mese.Chang E e Hou Yi, simboli, rispettivamente della luna e del sole, sono divenuti espressione di yin e yang, negativo e positivo, buio e luce, femminile e maschile, ossia della dualità che governa l’universo.
L’imperatore decise allora di chiamare Hou Yi ordinandogli di tirare ai soli in soprannumero per eliminarli dal cielo e soccorrere così la popolazione.Facendo uso della sua abilità, Hou Yi ne abbattè nove lasciandone solo uno. La sua fama si diffuse, allora, fino giungere alla Regina Madre d’Occidente (Xi Wang Mu) nei lontani Monti Kunlun. Essa lo convocò al suo palazzo per ricompensarlo con la pillola dell’immortalità, ma avvertendolo così:"Non devi mangiare la pillola immediatamente. Prima devi prepararti per 12 mesi con la preghiera e il digiuno".Essendo un uomo diligente, egli prese a cuore il consiglio e iniziò i preparativi nascondendo, prima di tutto, a casa sua la pillola. Sfortunatamente fu chiamato d’improvviso per una missione urgente.In sua assenza, la moglie Chang E notò una luce fioca e un dolce odore emanare da un angolo della stanza. Una volta presa la pillola nella mano, non riuscì a trattenersi dall’assaggiarla. Nel momento in cui la ingoiò la legge di gravità perse il suo potere su di lei. Poteva volare! Non molto tempo dopo sentì suo marito ritornare e terrorizzata volò fuori della finestra.
Arco e frecce in mano, Hou Yi la inseguì per mezzo cielo, ma un forte vento lo riportò a casa.Chang E volò dritta sulla Luna , ma quando arrivò, ansimava così forte per lo sforzo compiuto, che sputò l’involucro della pillola, la quale si tramutò istantaneamente in un coniglio di giada, mentre Chang E divenne un rospo a tre zampe.Da allora vive sulla luna respingendo le frecce magiche che il marito le tira.Hou Yi si costruì un palazzo sul sole ed essi si vedono il quindicesimo giorno di ogni mese.Chang E e Hou Yi, simboli, rispettivamente della luna e del sole, sono divenuti espressione di yin e yang, negativo e positivo, buio e luce, femminile e maschile, ossia della dualità che governa l’universo.
Favola cinese
Università degli Studi di Napoli l'Orientale
Ebbene sì!Il mio primo post sarà di protesta nei confronti della mia cara università.
Credo sia il minimo dopo anni di sopportazione senza dire una parola...
Senza nulla togliere alla maggiorparte dei professori ,a mio avviso ben preparata dal punto di vista culturale e professionale,penso sia assurdo dover aspettare di sapere i risultati di un compito scritto tre giorni prima dell'orale o ritrovarsi il giorno di un appello a vedersi rimandare l'esame di una settimana o anche più,senza alcun preavviso di alcun genere! Per non parlare degli orari e giorni di ricevimento non rispettati e milioni di altri comportamenti che denotano una profonda mancanza di rispetto nei confronti degli studenti e che rallentano in maniera non indifferente il nostro percorso di studi...
TOTALE MANCANZA DI ORGANIZZAZIONE!!!!
Per fortuna non è così ovunque e invece di aspettare invano che cambino le cose...appena possibile cambierò io!!!
;-)
Credo sia il minimo dopo anni di sopportazione senza dire una parola...
Senza nulla togliere alla maggiorparte dei professori ,a mio avviso ben preparata dal punto di vista culturale e professionale,penso sia assurdo dover aspettare di sapere i risultati di un compito scritto tre giorni prima dell'orale o ritrovarsi il giorno di un appello a vedersi rimandare l'esame di una settimana o anche più,senza alcun preavviso di alcun genere! Per non parlare degli orari e giorni di ricevimento non rispettati e milioni di altri comportamenti che denotano una profonda mancanza di rispetto nei confronti degli studenti e che rallentano in maniera non indifferente il nostro percorso di studi...
TOTALE MANCANZA DI ORGANIZZAZIONE!!!!
Per fortuna non è così ovunque e invece di aspettare invano che cambino le cose...appena possibile cambierò io!!!
;-)
sabato 16 giugno 2007
Piccolo omaggio...
Iscriviti a:
Post (Atom)